Aldifuori...

Colei che nessuno arruola e che è guidata soltanto da una natura impulsiva, la passionale complessa,
la fuorilegge, la fuori da ogni scuola, l'isolata ricercatrice dell'aldilà...

sabato 14 gennaio 2012

Anteo Zamboni: la vita di un ideale in 15 anni di vita

Un nome che ancora oggi rimane all’ombra, non merita di venire alla luce. Non merita di essere pronunciato da troppe bocche e portato in troppi cuori. Non merita di essere ricordato.
Ma perché? Perché era un ragazzino di soli 15 anni? Perché non apparteneva ad una nobile e stimata famiglia?

Eppure il suo gesto vale tutte le nobiltà, tutte le ricchezze e tutte le memorie. E ciò che ne conseguì è stata la definitiva apertura dei battenti al fascismo in Italia.

Era il 31 ottobre del 1926 e Mussolini si stava recando all’inaugurazione dello Stadio Littorio a Bologna in “onore” del quarto anniversario della Rivoluzione fascista. Anteo sapeva ciò che voleva e ciò che non voleva. Voleva la Libertà e non voleva l’oppressione di cui Mussolini era l’incarnazione. Anteo era anarchico e lo era sin da quell’età. Si è giocato un’intera vita in nome non di un qualcosa di astratto e metafisico ma in nome del più elevato sentimento che si possa portare nel cuore, che è il sentimento di pura Umanità.

Quel maledetto 31 ottobre Anteo si è spinto più in là di quanto molti altri non avessero mai fatto. In piazza del Nettuno non aspettava che il duce pronto a colpirlo. Il duce arrivò, Anteo prese la mira, sparò ma mancò il bersaglio e la pallottola andò a colpire solo il cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro che Mussolini indossava.
Il ragazzo fu bloccato immediatamente per primo da Carlo Alberto Pasolini (padre di Pier Paolo Pasolini), braccato quindi dagli altri squadristi.

Era troppo umano Anteo. Venne linciato.

E siccome la sicurezza e l’ordine pubblico stavano molto a cuore al signor Mussolini, pensò bene di prendere provvedimenti quali l’approvazione di Leggi per la difesa dello Stato, l’istituzione del Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato, l’introduzione della pena di morte per gli omicidi a sfondo politico e la soppressione di tutte le pubblicazioni ostili al regime.
Non si trattava d’altro che dei baluardi della repressione e dell’autoritarismo che portavano all’annullamento di qualsiasi forma di libertà, e dunque all’annullamento dell’essere umano in quanto tale, in vista di una trasformazione di quest’ultimo in una macchina da guerra che distruggesse qualsiasi forma di autonomia fisica e mentale.
Ma tutto ciò non è abbastanza per dedicare al grande Anteo più di una misera stradina bolognese.
Era solo un quindicenne anarchico, uno dei vincitori che hanno scritto la Storia.

Nessun commento:

Posta un commento